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"Vita su Quattro Ruote": i giovani insegnano a guardare oltre


Cultura e attualità - Mentre in questi giorni dialga la critica verso il tassista torinese che ha negato il servizio pubblico nei confronti di Luca Pancalli, numero uno nazionale del Comitato Paralimpico, rifiutando di caricare la sua carrozina, "Vita su Quattro Ruote" arriva sui banchi di scuola, da dove una giovane studentessa fa riflettere sull'importanza di abbattere le barriere archiettoniche e culturali.


Il libro esordio di Nadir Malizia, VITA SU QUATTRO RUOTE, è stato scelto da un'alunna al terzo anno di una scuola secondaria di primo grado di Roma, quale lettura facoltativa per le vacanze estive sulla quale svolgere il compito.

L'elaborato, consistente in una scheda libro con descrizione dei personaggi e commento finale, è stato consegnato all'insegnante il 18 settembre all'inizio dell'anno scolastico 2015-2016.


Il testo:

NADIR: è disabile fin dalla nascita. È stato coraggioso a voler pubblicare questo libro, perché ha scritto cose veramente vissute, è si è mostrato davanti a tutti per quello che è , sopratutto dentro: un uomo sensibile, perché nella sua condizione di disabile che lotta da sempre contro mille ostacoli riesce a capire maggiormente le difficoltà altrui, ed è anche altruista perché impiega il suo tempo ad aiutare altre persone, come quando non ci pensa un attimo ad aiutare i suoi amici che hanno la figlia malata di SLA. Lui lotta contro le barriere arichiettoniche, che gli impediscono di fare molte cose e vorrebbe trovare un lavoro, anche sopratutto adeguato alla sua laurea in giurisprudenza.


LUCIANO e MASSIMO: convivono con Nadir e lo aiutano dove non riesce ad essere totalmente autonomo, per esempio quando va a nuoto e lo accompagnano con la macchina. Con loro emerge il senso dell'amicizia vera.


CLARA e RICHARD: sono amici con cui esce Nadir, e che un giorno gli diranno che alla figlia, Rebecca, è stata diagnosticata la SLA. Dalla loro storia emerge la fragilità e l'impotenza dell'uomo davanti ad una malattia così grave, per la quale non esistono ancora cure.


COMMENTO: il libro è molto scorrevole e lo si legge molto velocemente, facendo vivere insieme a Nadir le sue sensazioni. È un libro leggero, ma profondo, fa riflettere sulla società e sul disagio provocato da quest'ultima. Il più delle volte le barriere sono negli occhi che sono ciechi e non vogliono vedere.

Una frase che mi ha colpita è "Io mi sento un uomo normale, putruppo vivo in una società disabile che non vuole vedere al di là dei propri occhi", perché basterebbe poco per evitare situazioni di disagio e ingiustizie, per far vivere in condizioni migliori i disabili. La copertina del libro era bella perché c'era una cavallo che salta con delle ruote al posto degli zoccoli e un uomo sopra e rappresenta il cavallo sinonimo di libertà che salta gli ostacoli correndo verso il traguardo, ovvero raggiungere la parità dei diritti e l'abbattimento delle barriere architettoniche.

Colpisce come, tra tanti libri che potesse leggere, la ragazza di 12 anni e mezzo abbia scelto VITA SU QUATTRO RUOTE e su questo abbia voluto svolgere il compito richiesto dall'insegnante di Italiano.

Colpisce la sensibilità della ragazza nei confronti dei temi sociali, come quello della disabilità, e fa riflettere o quanto meno dovrebbe far riflettere gli adulti, spesso "sono ciechi" di fronte a una realtà che non li riguarda o che non li colpisce direttamente o indirettamente.


L'autore ha commentato così sul social network Facebook nel post che riporta le immagini dell'elaborato:

A proposito di cittadini europei, il libro, uscito nel mese di maggio 2015, è arrivato fino a Bruxelles, dove Nadir Malizia parla della disabilità, tra miti e stereotipi da sfatare su WEST Welfare Society and Territory.

Per la versione in italiano, cliccare sull'immagine

e selezionare in alto Edizione Italiana.



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